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ANHANG.
LXXXVII.
TIZIAN AN PHILIPP DEN 11.
1559,
Juni
INVITISSIMO CATHOLICO R12,
H0 gia fornite 1e due poesie dedieate a V. M", 1' una de Diana a1 fonte Sopra-
giunta da Atheone, 1'a1tra di Calisto pregna di Gioue spogliata a1 fonte per eoman-
damento di Diana dalle sue ninfe. Pero quando parera a V. M. di haverle, quella
comandi per eui elle se le habbiamo a mandare; aeeio ehe di quelle non auuenga
quelle ehe auuenne del Christa morto nel sepolero, i1 quale si smarri per uiaggio.
Spero ehe 1' opere saranno tali, ehe se mai eosa aleuna delle Inani mie le e paruta
degna della. sua. gratia, queste non 1c pareranno indegne. Dopo le hauer mandato
queste, mi daro tutto a fornir il quadro del Christa ne11' horto et 1' altre due
poesie gia incomineiate,_1' una di Europa. sopra il Tauro, 1' altra di Atheone laeerato
da i eani suoi. Nelle quali opere io mettero medesmamente tutto quelle poeo di
sapere ehe iddio mi ha donato, et che e stato e sara sempre dedieato a i servigi
di V. M" se eosi 1e piacerä {in eh' io reggero queste membra per il carco de gli
anni homai stanche i1 qual peso ben ehe da se sia grauissimo nondimeno mi si
alleggerisce non so a ehe modo miraeolosamente ogni uolta eh" io m' arieordo d' esser
uiuo a1 mondo per servirla e far 1a eosa grata.
F0 sapere ancora a V. M. come 1a mia trista fortuna non mi ha dopo tanto
tempo, trauagli, e fatiehe per eio tatte, coneeduto ancora di poter godere un poeo
delle prouisioni mie, le quali mi si douevano pagare perle cedule di V. M. da
gli agenti suoi di Genoua ehe ad altro non so darne 1a eolpa. ehe alla mia eattiua
sorte, poi ehe 1a benignitä sua mi e stata sempre tanta eortese in fargli solleeiti a
questo pagamento et nondimeno il suo seruo Titiano e a quel di prima senza alcun
godimento di quelle. Pero humilmente 1a supplieo a far fare quella deuita proui-
sione ehe a questo le parerä, piü opportuna. Et a V. M. con ogni termine di
riuerenza offerendo et raeeomandandomi le baseio 1a reale e Catholica mano.
Di VENETIA, alli 19 di Giugno del 59.
Di V" M" Catholica
Humilissimo Seruo
Trrmuo VECELLIO, Pittore.
[Simaneaa Süß de Estado Leg" 1336.]
LXXXVHI.
Mordanfall
auf
Orazio
Vecelli.
TIZIAN AN PHILIPP DEN II.
1559, 12. Juli.
Invrrxssmo CATHOLICO R2,
La maluagita di Lcone Aretino suo seruo indegno e dell' honorato nome di
caualiere e di scultor Cesareo e cagione ehe douendo scriuere alla M. V. di cose a
lei piü grate e piaceuole, hoggi io dispensi Pufücio della penna nello scriuerle et
le sue cattiue operationi et le mie querelo. Essendo questa quadragesima passata
Oratio suo seruitore et mio iigliuolo andato a Milano in uece mia per esser io stato
chiamato dal Duca di Sessa et non potendoui andar come all" hora. mezo infermo,
et quello ehe importa piü, come impedito nelle pitture di V. M. ä 0c_cor_s,0 ehe il
detto Oratio dopo Phauer ispedita alcuna facendetta scodesse le penslonl mie di
Milano assignatemi gia dalla. muniücentia et liberalitä della gloriosßamemolia di
Cesare suo genitore, et ehe mi se doueano pagare per comandamento (11 V. M. della.
quale egli portaua le lettere d' ispedittione. Donde sapendo fesso Leone Aretino
dfella esattione di tali prouisioni mosso da Diabolico instinto S1 mette in pensiero
111 qssassinarlo, e torgli 1a uita. per torgli il danaro. Et q1_1ella_sera ch' egli haueua
destlnato di far quella sua impressa mostrandosi a lui Oratxo pxü de mai cortosc et