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VVITE
DEJ
TT-a
PI
SCULT.,
DI
BARGONE
GIACOMO
Pittore
ER quanto 1a Virtü 11a fuperiore a qualunque difav.
ventura; non ä perciö, che il Virtuoib non foggiac-
cia alle inüdie degPinvidiofi, e talora non rimanga
da quePce fopratTatto, cd oppreiTo , mentf egli non 11
prendc guardia , perchä di niun male iofpetra. Tanto av-
venne a Giacomo Bargone Pittor Gcnovefe , del cui funcPco
-cafo farÖ qui racconto .
Fu coüui di civil nafcira, e di be1l' ingegno. Ebbe,
i principj della Pittura nella {iorita fcuola defdue fratelli
Andrea, ed Ottavio Semini; da'quali apprefe s'1 preFto , c
S1 bene 1' arte di difegnare , che porä dopo breve {pazio in-
ventar di fuaiciea rapprgfenyanze , ed efprcflioni d'a{Tai buon
gufko: onde in que'fu_01 pnmi tratteggiamenti fece Chiaro
comprendere , quanto mfigne Profeflbrc farcbbe poi divenuto
Pafsö egli dal difegnarc a1 colorire, e formö varj lavo-
ri , ma niuno oggigiorno {e nc conferva, falvo alcune figu-
Ie, che dipinfe a frefco fulla facciata di certa cafa conti-
gua alla piazza del Guaffato (a) . QuePce Hgure fon Ente dj
bronzo , e condotte con un difcgno s'1 accurato, c perfctto,
che Lazzaro Calvi (Iiccome gia altrove accennammo) fat-
tofi a confidcrarle, fcorfe ne11' Autorc dR-rife un talento cli
gran lunga fuperiore _a1 fuq . Laonde tocco da Hera invidia
pensö un' emlpia mamera d1 chluder la Rrada a' progrcffi di
colui , che a trimenti gli avrcbbe un giorno ofcurata 1a gloria
Tiratolo per tanto una {era a cenar feco, gli dicdc
fu11' ulrimo a bere un bicchier di vino manipolato con cert
maligni ingredienti , che forte ocwparono il cervcllo a1 po
vero giovane, e 10 renderono come Üupido, e fcimunito
n'a w-alfcro i molti, e potenti rimedj a fanarlo : anzi ope-
rando , e inünuandoü fempre piü la malignita della bevan-
da , in pochi mefi 10 privö totalmente di {enno. P
ure
(a) Pxefentemente
1a fegnara
e diiirurra
cafa , ed in confeguezxza.
mco: la pittura