ED
ARCHII.
GENOVESL
m1 regola nc' difegni di effg Bramante; e s'1 aqcora perehe
(131 varm nella vita di lu1 non {i fa motto ch queüa par-
ticolaritä , ehe pure avrebbe meritato di non effer taciura .1.
Sicehe non ci fa oPcacolo 1' afferzione del Lomazzi , onde D,
non dobbiam francamente attribuire 1a gloria di tal ritrova- Q3212;
to a1 noPcro Giovanni .
Egli in oltre impiegofii nel1' artiücio della Plaüica, chc
anche infegnö Con grau premura a Luca fuo Hglio , avvez-
zandolo da giovanetto a _far modelli di cerra; poiche (con-
forme diceva) äverfetto Pmore non puö mai riufcire colui ,
ehe rima nel a Plaüica non {i Iia efercitaro . E perehe
grandfemente defiderava- divederlo a1 poflelfo di quelle facol-
tä , che concorrono 2. rendere eccellente un Pittore; oltre
all' averlo obbligaro a ritrar piü volte certo difegno d' An-
drea Mantegna , ricevuto giä in dono da quel Maeüro Carlo,
di cui podanzi parlammo; volle di piü, che lungo Ftudio
egli faceITe fopra le Opere del Mecherino , del Vaga, edel
elPordoxmone. Illuminato in tal guifa 1' ingegxao di Luca dalla
prudente direzione del Genitore , giunfe poi a tal grado di
perfezione in quePö arte, che (come nella fua vita piü He-
{amente diremo) fuperö 1a maggior parte de' Pittori , che
a que' giorni Horirono . La continuata afüüenza , che 3vea__.
Giovanni a1 H lio , il rigore (per altro. difcteto), (Qn (ui
10 rrattava , taäor nafcondendogli i ve-Pcimenti , per necefßtarlo
a non partire di cafa , e talor caüigandone gli ermri C011,
gpalche sferzata , furono i primi femi della feria applicazione
1 effo Hglio , ehe poi s": pregiabili frurti di virtü gli PtOdufFefQ,
Ed_era ben una maraviglia il vedere , ehe Luca giova-
äfäteo dl afPCna 15. anni lavorava , quaii perfetto Arteüce,
16m 111116, C0 Pad1_'e cofe d' impegno: Iicuri prefagi di quel va-
fervaeäälg, che 1n progreffo di ternRo riufcire doveva . Of-
fcorgeva 1:, aebäßgxgmamente godevane 11 Padre :_e quanro Piü ne
Pamava Di1 i? e 1 Qvanzameneo , tapto P11; mtenfamente
ma fpeciälmenct e 11111 vane ocäaüqm n_1an1fePco_ {egno ne chede;
PO {L R6 denn: asora, quan o_ ntrovandoii 1n Genova F.111P'x
neue Carceri dil. pagne, gd lnßanza del quale cuHodn-"gfi
furmty Cnjend PllbbllCO Palazzq certo delmquenre fuo
"L ' ' x Q eiIb Re nelparmß condurlo feco,afin di
C 2. punirlo;