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VITE
111mm,
SCULT-j
D1
BERNARDO
CASTELLO .
Qual iufra l' aure candide fuccinta
Il pum jän di rugiadoji pelz",
La bellißäma Aurora iadora z" cieli,
L' aurato crin fugli omeri dzfcinta;
Qual fra le vagbe nubi Iri dipinta ,
Che l' ammirabil arco al Sol difveli:
Appar la Donua , ond' ebbi ßamme , e geli,"
Quando mia liberta fu-prefa, e viuta.
Caßello, al cui pennel diede Natura
L' zjläj]? tämpre defcolor juoi vivi,
Contra lo sfomo de" crudi ami avari;
"Se in carte pingi maz" 1' alta ßgura,
S2 fatre note a lei d" intomo fcrivi;
La Galatea da? Savonqli Mari .
Mentre col guardo il mio fämbiante furi,
VE von Zo_ ßil ne fai conferva in carte 5
Perclaä nella tun vaga, e nobifßrfe
Dal tempo, e dalla morte ei .r' aßYcuri:
Bernardo vien , elf io di furar procuri
Anche i tuoi modi indußri a parte a parte;
E clae 12' adorni le mie rime jfßarte,
E la memoria a' jäcoli futuri .
E 'l jimolacro del tuo chiaro ingegno
Ne' wer]? nziei nun ße men belle, e vage,
Cbe la ßgura mia mftuoi colori .
"Clae forjä in lor favellerä sä degno,
Come fm l' Aombre-tue, frei moi jjhlendori
Spirerä bella la mia fafca immago.
Fece il. Caffello aniihe iritratti di Monügßornelio MuHo
Vefcovo di Bitonto , e del Marchefe Ambrogio Spinola Ge-
nerale dell." arm? Spagnuole m" Paeü BaiTI- QucPci ritratri
vide Äil Cavalier Marino , ed altamente lodolli; peroccluä: ,
faliro il non eifere animati , nel rePcf) ljon" {i diptinguevano
punto dagli originali . Anz-a foprq 11 {Ercondo di quelli ei
compofe il fonetto , che incominma:
WDel Ligujiico Marte, ec. E 1
q .0