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Bericht
Rafaelk
naturale, esente dalla morte, e per durare perpetuzunente.
Perö parve, che il tempo, come invidioso della gloria de'mor-
tali, non confidantosi pienamente delle sue forze sole, si ac-
cordasse con la fortuna, e con li profani, e scellerati Barbari,
li quali alla edace lima, e venenato morso di quello aggiun-
gessero Pempio furore, e 'l ferro, e il fuoco, e tutti quelli modi
ehe bastavano per ruinarla. Onde quelle famose opere che
oggidi piü che mai sarebbono floride, e belle, furono dalla
scellerata rabbia, e crudele impeto de" malvagj uomini, anzi
fiere, arse e distrutte: sebbene non tanto, ehe non vi re-
stasse quasi 1a macchina del tutto, ma senza ornamenti, e, per
dir cosi, Possa del corpo senza carne, Ma perche ci doleremo
noi de' Gotti, Vandali e d'altri tali perfidi nemici; se quelli
li quali comc padri, e tutori dovevano difendere queste povere
reliquie di Boma, essi medesimi hanno lungamente atteso a
distruggerle? Quanti Pontefici, Padre Santissimo, li quali
avevano il medesimo officio che ha Vostra Sautitä, ma non
giä il medesimo sapere, ne il medesimo valore, e grandezza
d'animo, ne quella clemenza, che la fa simile a Dio: quanti,
dico, Ponteüci hanno atteso a ruinare tempj antichi, statue,
amhi, e altri edificj gloriosi! Quanti hanno comportato, ehe
solamente per pighr terra pozzolana. si sieno scavati dei fon-
damenti! onde in poco tempo poi gli edificj sono venuti a
terra. Quanta calce si e fatta di statue, e d'altri ornamenti
antichi! che ardirei dire, che ora si vede, quanto grande
clfella si sia, quanto bella, qnanto ornata di palagi, chiese, e
altri edeücj ehe 1a scopriamo, tutta e fabbricata di calco di
manni antichi. Ne senza molta compassioxle posso io ricor-
darmi, ehe poi ch'io sono in Boma, ehe ancor non e Funde-
cimo anno, sono state ruinate tante cose belle, colne 1a meta,
ehe era nella Via Alessandrina, Parco maP avventurato, tante
colonne, e tempj, massimamente da M. Bartolommeo della Ro-
vere. N01! deve adunque, Padre Santissimo, essere tra gli
ultimi pensieri di Vostra Santitä lo aver cura ehe quel poco
che resta di questa antica madre della gloria. e della gfandezza
Italiana, per tmtimonio del valore, .e della virtü di quegli
animi "divini, ehe pur talor con la loro rhemoria eccitano alla
virtü gli spiriti che oggidi sono tra 110i, non sia estirpato, e
guasto dalli maligni, e ignoranti; che pur troppo si sono infin
qui fatte ingiurie a quelle anime, che col loro sangue partori-
rono tanta gloria al moudo. Ma piü presto cerchi Vostra San-
titä, ilasciando 'vivo il paragone degli autichi, agguagliarli, e
superarli; come ben fa con grandi edificj, col nutrire, e favo-