XIII.
Text des Berichtes von Rafael an Leb X über
die Gebäude der alten Stadt Rom, und die Art
Pläne von denselben aufzunehmen.
A Papa Leone X.
Sono molti, Padre Santissimo, i quali misurando col loro
picciolo giudicio le cose grandissime, che delli Romani circa
Parme, e della Cittä di Roma circa al mirabile artiücio, ai
ricchi ornamenti, e alla grandezza. degli ediücj si scrivono,
quelle piü_s_timano favolose, che vere. Ma altrimenti a me
suole avvenire; perchä considerando, dalle reliquie che ancor
si veggono delle ruine di Roma, la divinitä di quegli animi
antichi, non istimo fuor di ragione il credere, ehe molte cose
a noi pajono impossibili, che ad essi erano facilissime. Per?)
essendo io stato assai studioso di queste antiquitä, e avendo
posto non picciola cura in cercarle minutamente, e misurarle
con diligenza, e leggendo i buoni autori, confrontare Popere
con le scritture,.penso di aver conseguito qualche notizia dell'
architettura ahtica. Il che in un pumto mi da grandissima
piacere, per la cognizione di cosa tanto eccellente; e grandis-
simo dolore, vedendo quasi il cadavero di quella. nobil patria,
che ä stata regina del mondö, cosi miseramente lacerato.
Onde se ad ognuno i: debita 1a pietä verso i parenti, e la
patria, tengomi obbligato di esporre tutte le picciole forze mie,
acciochä piü che si puö resti vivo 1m poco della immagine, e
quasi Pombra di questa, ehe in vero i: patria universale di
tutti li Cristiani, e per un tempo ä stata tanto nobile, e P0-
tente, ehe giä cominciavano gli uomini a credere, ch' essa
sola sotto il cielo fosse sopra la fortlma, e, contro il corsn