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Giovannfs Reinzclzronik.
A me dal eiel per mirabil destino
et gratia singulare un sonno opresse
tueti i miei sensi: havendo in sul mattEnu
n ciel Faurora cum le ehiome spesse
sparte per Foriente de fin oro
quanto altra volta mai eredo havesse.
Ond io vinto dal sonno: per ristoro
degli amorosi miei infiniti guai
in tueto svelto dal rnondan lavoro
Par ehe sentissi lunghi dir, ehe fai?
ehe fai: 0 tu ehe] tempo ben non spensi
ehe si mal getta: nol ritrova mai.
Questo parlar tueti miei spirti et sensi
tremar mi feee: et par ch,io mi levassi
eoi pensier mei: detti disiri aeeensi
Movendo un tempo i mal mie spesi passi
per le fresehe herbe: laepimando et staneo
per altissimi seogli, arridi sassi,
Tuethor tenendo sopra el destro fianeo
el mio sentier: guardando quel suave
ehe piü volto mi fe pallido et bianeo
Et benehe a me paresse Pandar grave
purre el disio de prendere altra vita,
eomo ehi entra in mare in salda nave
Pronto ne andava cum la mente ardita
per gli altissimi scogli senza fronde
ove io non viddi alcun herba fiorita
Ne surger fresehe, ehiare o limpide onde
ma sol di sangue rivi seaturire
et intorno ornate le sassose spende
D'arme lucente et apte da ferire
et far diffesa, e infinite trophei
0nd' quasi offrirmi lo aeuso ardire,
Ne minor maraviglia i spirti miei
presero allor ehe fe Jasonne arrando
Avido a quel ehe ne fu boni et rei
Et di leetitia quasi sfavillando
gli oehi porgea veloei intorno, intorno
eose non mai piü viste: ivi mirando
Giungendo tanto apresso un tempio adorno
entro ad un piano d'un teatro in forma
el qual volgea le pxmete a1 mezo giorno