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proposero ricercarc Feccellenza neIIa imitazione della
Natura, ma della Natura perfetta; onde non si este-
sero tanto nella quantitä. degli oggetti, quanto nella
loro perfezione . In questa guisa avanzarono. FArte a
grado a grado dalla decimaquinta Olimpiade fino al-
la nonantesima, nel qual tempo si erano giä. ritrova-
te 1c maggiori sottigliezze, nä vi restava altro da ag-
giungere ge non quella grazia , 1a quale , come ho"
detto, non ä propriamente 1a perfezione, nä: 1a bel-
lezza, ma da Pidea di quesfultima rapprcsentgndg.
1a allo spirito in quello s-tato di riposo Ü), ehe faci-
lita 1a comprensione di chi la mira . Questa parte
fu riservata a1 grande Apelle, che fiori nelfOlimpia-
de centesima decimaseconda . Egli diede aIFArte
tutto il suo compimento , fperfkrzionando tutto quel-
Io, che aveano inventato i suoi yredecessori; e tutti
quelli, che vennero dopo di Iui, volendo andare o1-
ire caddero in novitä inutili, in minuzie , in colori
brillanti , e in eapricei.
QLI an-
(1) La vista trova quiete c riporo in un' Opera quando non v' ä
confusione, e qüfando i colori e iI chiaroscuro sono anche bene
intesi e degradati in mod-o, ehe gli occhi e 1' intendimento comh
prendono 1' idea del Pittore con facilitä, e senza farica . Un Qga-
dro, dove 1' Autore esaurisca tutto il suo aSSunto , e lo carichi
troppo di oggetti , o dove usando 1a varietä abbia intesa male 1a
collocazione de" colori , farä 1' efFetto contrario del ripaso, di cui
si parla . Le Logge chiamate impropriamente di RAFFAELLO, 50-
no un buon esempio della confusione , poichä di tutto vi ötroppo .