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dante, altrimenti farebbesi uno specchio della luce
e delY ombra, e i lumi comparirebbero chiarissimi
piü, o meno, secondo che 1a superficie sarä tersab;
e siccome i lumi dipinti non possono essere, per
quanto sieno bianchi , se non che della chiarezza d'
una mezza-tinta d'un corpo bianco , per conseguen-
2a il Pittore, ehe voglia imitare un corpo di super-
ficie tersa, o liscia da riüetter 1a luce, ha bisogno
di molrissimo artifizio, ne mai 10 conseguirä perfet-
tamente . Perciö consiglio di fuggirc queste occasio-
ni, e di proporzionar gli oggetti, che si vogliono di-
pingere, colla potenza delF Arte . Si danno inüniti
casi, näquali ä impossibile dipingere un corpo lumi-
noso, e le luci d'un corpo bianco. Finalmente quasi
nulla e in Natura, che il Pirrore possa copiare co-w
me 10 vede; e se si trovasse taluno , che avesse 1a.
pazienza, come 1' ebbe ilSignor Denner d'Amburgo,
di fare ogni ruga , e. ogni pelo colla sua ombra , e
nella pupilla delPocchio effigiare tutta 1a ünestra dell"
appartamento colle nuvole, che sono ne1l' aria, ben-
che tutto ciö si facesse bene, e anche meglio di lui,
il quale era unico, e mirabile in quesro genere, tal
Pittura non potrebbe comparir mai vera, se non C011
1a condizione di vmirarla sempre in quella distanza,
in cui il Pitrore la fece; ed eccone la ragione: Nel
mirare un Quadro v'e sempre quaiche circostanza,
C136 Ci diSinganna , e ci fa conoscere, che il falso
11011 ä VCYO- 5upponia1no,che ilQuadro fosse in tut-
Mengx . Tom. II. Q tc