Volltext: Opere Di Antonio Raffaello Mengs (Tomo Secondo)

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dante, altrimenti farebbesi uno specchio della luce 
e delY ombra, e i lumi comparirebbero chiarissimi 
piü, o meno, secondo che 1a superficie sarä tersab; 
e siccome i lumi dipinti non possono essere, per 
quanto sieno bianchi , se non che della chiarezza d' 
una mezza-tinta d'un corpo bianco , per conseguen- 
2a il Pittore, ehe voglia imitare un corpo di super- 
ficie tersa, o liscia da riüetter 1a luce, ha bisogno 
di molrissimo artifizio, ne mai 10 conseguirä perfet- 
tamente . Perciö consiglio di fuggirc queste occasio- 
ni, e di proporzionar gli oggetti, che si vogliono di- 
pingere, colla potenza delF Arte . Si danno inüniti 
casi, näquali ä impossibile dipingere un corpo lumi- 
noso, e le luci d'un corpo bianco. Finalmente quasi 
nulla e in Natura, che il Pirrore possa copiare co-w 
me 10 vede; e se si trovasse taluno , che avesse 1a. 
pazienza, come 1' ebbe ilSignor Denner d'Amburgo, 
di fare ogni ruga , e. ogni pelo colla sua ombra , e 
nella pupilla delPocchio effigiare tutta 1a ünestra dell" 
appartamento colle nuvole, che sono ne1l' aria, ben- 
che tutto ciö si facesse bene, e anche meglio di lui, 
il quale era unico, e mirabile in quesro genere, tal 
Pittura non potrebbe comparir mai vera, se non C011 
1a condizione di vmirarla sempre in quella distanza, 
in cui il Pitrore la fece; ed eccone la ragione: Nel 
mirare un Quadro v'e sempre quaiche circostanza, 
C136 Ci diSinganna , e ci fa conoscere, che il falso 
11011 ä VCYO- 5upponia1no,che ilQuadro fosse in tut- 
Mengx . Tom. II. Q tc
	        
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