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Accademia 11a da essere anche Scuola, far 11116110 5
ehe si pratica nelle Scuole delV altre Facoltä ; cioä
impiegare nello studio le migliori ore del di colP as-
Sistenza de" Professori d' inferior grado, i quali des-
sero conto ai Superiori de' progressi, e del modo d'
insegnare : questo esercizio sarebbe in oltre molto
utilc a loro stessi; e i principali Maestri dovrebbero
rivedere gli studj de' Giovani, per cambiarli di elas-
se secondo i loro progressi .
L" esercizio della notte dovrebbe servir solamente
per coloro , che essendo giä avanzati nella teoria
dell" Arte han bisogno d' aumentar 1a pratica col
frequente uso; poiche altrimenti colla sollecitudine,
con cui si ha da operar di notte, si assuefanno i
Principianti ad una scorrezione , 1a quale degenera
in viziosa negligenza , non essendovi tempo d' osser-
vare bene le regole, e le ragioni dell" Arte; e quel-
li, ehe incominciano a copiar principj, nemmeno
hanno tempo sufHciente da vedere il frutto della lo-
ro applicazione : onde "molti si disanimano , e ab-
bandonano lo studio incominciato. Insomma quan-
do 1' Accademia abbia da esser Scuola e necessario
Praticarvi tutto quello , che un vigilante, e buon
Maestro deve fare privatalnente co' suoi Discepoli;
altrimenti non sarä mai Scuola utile.
Se non si fissano le leggi , e le massime delle
Pübbliche l-elioni in moclo, che la Gioventü ap-
prenda come se studiasse sotto un solo Maestro, si
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