Volltext: Opere Di Antonio Raffaello Mengs (Tomo Secondo)

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scoprisse di minor forza, e cli talento minore o ab- 
bandonercbbe Fimpresa, o si contenterebbe di ap- 
plicarsi alle parti proporzionate alle sue forze. In 
questa maniera ciascun talento resterebbe nella sua 
natural libertä , nä sarebbe costretto all' uniformi- 
tä dello Studio, e, quel che piü importa, äinsegne- 
rebbe 1' Arte , e non lo Stile particolare di un 
Maestro. 
La maggiore utilitä, che, secondo io credo , ri- 
sulterebbe da sifiätti studj, sarebbe , che i Signori, 
e i Ricchi s' istruirebbero de' principj delle Arti , e 
ne concepirebbero il dovuto amore, e stima , sicco- 
me giä in molti di loro v'ä la natural disposizione, 
e non manca altro che aver udito Professori, che fa- 
cessero loro vedere 1' importanza, 1a dignitä, e il de- 
coro di queste Arti. La Storia ci offre 1a necessitä. 
di questa stima, poichä dov' ella E: mancata sono 
mancate infallibilmcxite le Arti, e le Scienze. Gli 
Egizj, che le inventarono quasi tutte , non ne per- 
fezionarono veruna, perchä non fecero onore ai Pro- 
fessori, non considerandoli che come Artigiani . I 
Fenicj le avanzarono un poco di piü, perchä diedc- 
T0 P61" oggetto alle Arti 1' utilitä del commercio. La 
GYCÜH, e spezialmente 1a dotta Atene, dove {u magß. 
gior "Süaglianza nello stato delle persone, e dove le 
Arti, e le Scienze furono stimate poco man che 1a 
DiVinitä a C dQVC 1' ingegno conduceva a1 piü subli- 
me grado di Cittadino, in Atene, dico, fu dovc piü 
Q 3 Hori-
	        
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