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scoprisse di minor forza, e cli talento minore o ab-
bandonercbbe Fimpresa, o si contenterebbe di ap-
plicarsi alle parti proporzionate alle sue forze. In
questa maniera ciascun talento resterebbe nella sua
natural libertä , nä sarebbe costretto all' uniformi-
tä dello Studio, e, quel che piü importa, äinsegne-
rebbe 1' Arte , e non lo Stile particolare di un
Maestro.
La maggiore utilitä, che, secondo io credo , ri-
sulterebbe da sifiätti studj, sarebbe , che i Signori,
e i Ricchi s' istruirebbero de' principj delle Arti , e
ne concepirebbero il dovuto amore, e stima , sicco-
me giä in molti di loro v'ä la natural disposizione,
e non manca altro che aver udito Professori, che fa-
cessero loro vedere 1' importanza, 1a dignitä, e il de-
coro di queste Arti. La Storia ci offre 1a necessitä.
di questa stima, poichä dov' ella E: mancata sono
mancate infallibilmcxite le Arti, e le Scienze. Gli
Egizj, che le inventarono quasi tutte , non ne per-
fezionarono veruna, perchä non fecero onore ai Pro-
fessori, non considerandoli che come Artigiani . I
Fenicj le avanzarono un poco di piü, perchä diedc-
T0 P61" oggetto alle Arti 1' utilitä del commercio. La
GYCÜH, e spezialmente 1a dotta Atene, dove {u magß.
gior "Süaglianza nello stato delle persone, e dove le
Arti, e le Scienze furono stimate poco man che 1a
DiVinitä a C dQVC 1' ingegno conduceva a1 piü subli-
me grado di Cittadino, in Atene, dico, fu dovc piü
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