Volltext: Opere Di Antonio Raffaello Mengs (Tomo Secondo)

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csporli intelligibilmente; onde passo a baciarle umil- 
mente le mani, e sono D. V. E. ' 
1. Sarebbe una disgrazia se 1' eccellenza delleArti 
dipendesse clalla libertä incompatibile coi tempi no- 
Stri: onde questo pensiero scoraggirebbe ed i Princi- 
pi nel proteggerle, e gli Arteüci nelfesercitarle. 
2.. Parmi, ehe i Pittori, e gli Scultori della pri- 
ma Epoca non abbiano cercata la grazia, ma sola- 
mente Pimitazione del vero, e successivamente il 
Bcllo, il quale giä esclude ogniasprezza ; e per quan- 
to si puö conosccre dalle poche Pitture antiche, che 
ci restano, il loro Stile era piü soave, i'l Chiaroscu- 
ro piü dolce, ed i Contorni piü semplici, ed intreß. 
ciati che nella Pittura moderna, siccome piü elegan- 
ti, e grandiosi insieme erano nella Scultura . 
3. Non arrivo a comprendere come mai 1a grazia 
possa chiamarsi austera, essendo duclqualitä diretta- 
mente opposte.  
4.. Credonche Prassitele, ed Apelle non mutasse- 
ro tanto le forme, quanto il modo, esprimendo sot- 
to modo piü facile le forme della Bellezza. 
5. Che nelFArte sia. piü di una grazia io non 
comprendo. I Disegni di Raflaello5 di Lionardo, e 
del Sarto meritano il nome di belli , come anche 
quelli di Guido, e de1l' Albano: quelli delCorreggio 
sono graziosi , quelli del Parmigianino sono smorfio- 
si, e manierafi. 
6. I1 tagliente de' sopraccigli non ä distintivo de' 
 tem-
	        
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