X
145
ää
nomia, come dipingeva; e iinalmente a me par di-
mostrato, clfegli giunse ad acquistarsi grgncfonore,
e riputazione. Ma alla fine poco importa, ch'egli
fosse nobile , o plebeo, ricco , o povero, quando si
sa , ch'egli fu un gran Pittore, e che colle sue Ope-
re egli öinvita a seguirlo , "ie distruiscc. A questo
efTetto io ho raccolte tutte le notizie, che ho potu-
to, delle sue Pitture, che vado a descriverc , e seb-
bene ve ne saranno forse delle altre , che io non so,
bastano tüttavia queste per dare un" idea delle mara-
viglie di quel talento, che in si corta vita seppe far
tante Opere con tanto studio , amore , e delicatei-
za, e si terminate , che per solo considerarle colla.
dovuta accuratezza parc ehe non basti il tempo ,
ch'cg1i visse .
In Francia erano alcuni Quadri del piü bello stile
di Correggio, e tra gli altri quä due , che il Duca
di Mantova regalö a Carlo Quinto , e che il Duca
d" Orleans comprö dagli Eredi del Duca di Braccia-
no: uno rappresenta Ledaä , e un altro Danae . L"
Imperadore mandö questi Quadri a Praga, e li fece
collocare nel Regie Palazzo, dove restarono fm alla
famosa guerra di trent" anni , quando , saccheggiata
quella Cittä dagli Svedesi, Gustavo Adolfo li mandö
a Stokholm . Morto quel Re restarono sconosciuti
nella minor erä della Regina Cristina, finchä unAm-
basciadore, che ne sapeva 1a storia , fece ricerca di
quelle Pimlfe, e con questa occasione si rintraccia-
Mengs. Tom. II. K rono,