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altto. il diletto della imitazione . In quanto al prima
non deve essere annoverata tra le BelleArti, ma im
le Meecaniche, perche il metter 1' uomo al coperto
di tuttc Ie inclemenze deltempo , e il fabbricare con
soliditä non ha niente che fare colla Bellezza; e in-
fatri vediamo, ehe in questa parte le Opere Egizie,
Arabe, e Gotiche non 1a cedono alle Greche, e alle
Latine. Ma chi le stimerä mai belle come queste?
Parlando perb delForigine di quesf Arte ä verisimile,
che sia stata inventata, e migliorata in diversi Pae-
si, secondo i climi, e i materiali delle contrade, e
secondo i bisogni de' Popoli .
La natura ne' climi caldi, esprovisti d'alberi avrä
offcrto agli uomini monri , e grotte per ripari; e'ne'
paesi freddi, selve, donde sarä nata 1' idea di costruir-
si in questi capanne, egrotte in quelli monti. Esten-
dendosi 1a popolazione del Mondo , quelle Nazioni,
che viveano col pascolar gli armenti, e ben natura-
le, che pensassero a costruirsi delle tende, che sono
un'altra spezie di Fabbriche . Fin qui 1a necessitä.
avrä regolato il diletto degli uomini: ma siccome
eglino non possono per lungo tempo accomodarsi ad
uno sresso treno di cose, dovettero uscire ben presto
da tale stato, e desiderando naturalmeme in tutte le
cose qualche oggerto , che occupi gradevolmente i
sensi; e Pintelletto, posero in tutto qualche orna-
mento, cioe un certo non so che , senza di cui 1a
cosa E: quello che dewre essere, mag fa pensare, e fis-
Iilenga". Tom. II. I sare