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ro le Opere di Rubens , le quali piacquero tanto a
molti, che si diedero con calore adimitarle, e si fe-
cero cosi un raro misto del proprio, e di quello stile .
I1 solo Diego Velasquez ricusö di farsi seguace di
alcuno, e col suo nobil talento si formö un caratte-
re suo proprio, fondandolonella imitazione della ve-
ritä , nella osservazione piü esatta delle ragioni, e
degli effetci de! Chiaroscuro, prendendo uno stile di
dipingere con risoluzione, e per dir cosi con disprez-
20, indicando 1c cose ch'ei vedeva nella veritä, sen.
za deciderle, ne copiarle. Malgrado questi principj ,
siccome Velasquez, e molto meno gli altri Piuori
della Scuola Spagnuola, non ebbero idee esatte de!
merito delle cose Greche, ne della Bellezza, ne delF
ideale, si anclarono imitando gli uni gli altri , e i
maggiori talenti! imitarono 1a veritä, ma senza scel-
ta, e furono puri naturalisti.
De? Fiamminghi, come ho detto, alcuni videro
1' Italia, e divennero mediocri Pittori 5 ma 1a mag.
gior parte mossi dalfutileipiü ehe dalla gloria. si ap.
plicarono a Quadri piccoli, aPaesi, a Fiori, ad Ani-
mali, e a cose simili. Ebbero finalmente un talento
superiore in Rubens, il quale avendo studiato il gran
Tiziano a Venezia , pretese imitarlo col Premiere
una strada piü facile; e volendo assicurarsi di pia-
cere allo sguardo caricö quanto il suo mcdello avea
di bellezza, e con tanta maggior forza, che egli non
avea avute le prime idee semplici, e aggiustate alla
Verl-