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ribili, come 1a loro superstizione Ii concepivaI Poco
pi!) innanzi passarono gli Egizj , 1 Fenici gggiunsg-
ro qualche poco pih di finezza nel lavoro , perclie
richiedeva cosi il loro commercio, e lavoravano piii
metalli che pietre. Eglino, per quello ch" io credo,
sparsero le Arti per tutte le coste dell'Asia, dell"
Africa , e dell'Europa , ma sempre in quella stato
_di rustichezza , e di Barbarie , in cui si mantennero
finche non furono coltivate da' Greci.
Esaminando perche le Arti non facessero gran pro-
gresso tra i loro primi lnventori non ostante che sia
cosi facile aggiungere all' inventato, io credo, che la
cagione sia stata, che le idee degli uomini vanno
sempre in progressione seguita; e per conseguenza se
il principio e cattivo, il fine deve esser pessimo; per-
loche le Belle Arti fra quelle Nazioni, che le inco-
minciarono male, dovettero sempre peggiorare , co-
me i frutti d' albero guasto cadono prima di matu-
rarsi. Alfincominciar male pote contribuire la brut-
tezza delle genti, l'ignoranza della Bellezza , e la di-
sistima, che si avea per gli Artisti, i quali in Olmi
non avean Farbitrio di allontanarsi dalla forma degf
ldoli , che aveano prescritta i Sacerdoti, contenti,
come ho detto, del solo significato; e quando vole-
vano fare qualche cosa di particolare aumentavano
la materia , e non le forme, facendo figure straordi-
narie, e gigantesche . l Fenicj dall'altra parte non
pensavano che al loro commercio; ed era percib ben
Hillll-