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munemente; che Correggio jnon fosse stato mai a
Roma; ma altri sostengono di si, e pretendono di
pih, che da una Pittura , ch'era nell' antica Chiesa
de" Santi Apostoli in Roma , egli prendesse l, idea
per dipingere la Cupola di Parma . La verita si e,
che di queste cose non si sa niente di certo; e lo
stesso pub dirsi di altre mille storiette , che si mg.
rano di lui, tutte piene di contraddizioni.
In quanto al suo gusto io torno a dire , che era
secchissimo , e meschino non ostante ch'ei prendes-
se le sue Egure dal naturale. Ma subito apri gli oc-
chi, e vide, che non bastava imitar la Natura in
tutto, ma che era necessario scegliere il buono dal
cattivo , aliinche 1' imitazione riuscisse gradevole .
Cosi si accorse , che la sua Pittura non avea forza
sufiiciente da imitare la Natura in tutta la sua
estensione, e che bisognava imitar non la Natura,
ma il suo eiietto. Per questa riHessione cambio il
suo gusto in un altro pih soave ; e considerando,
che la sola. rotonditit delle parti non costituisce la
vera imitazione, e che bisognava interrompere que-
sta rotondirb. col variare le forme, scopri un nuovo
gusto di Disegno affatto ignoto prima di lui. Inco.
mincib dunque a praticare quelfondeggiamento, che
di tanta eleganza allo Pittura. Lo ajutarono a que-
sta pratica i contorni degli oggetti del suo proprio
paese , perche le persone di Lombardia sono come
le figure, ch'ei dipingeva. Si andb sempre perfezio-
napdo