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corse, che le piccole parti erano le prime ,a perder-
si nella distanza, e nelllaria interposta, e percib era
necessario ingrandirle nelle Opere maggiori ; abban-
dono le inutilita, e apprese a distinguere il piu, o
il men necessario; osservo, che le ossa debbono ri-
marcarsi piu delle pieghette della carne; che i ten-
dini debbono essere piu visibili di essa carne ; che
i muscoli in moto meritano piu attenzione degli
oziosi; che la forza cle' panneggiamenti non consi-
ste in ciascuna piega da per se, ma che quelle pie-
ghe , che si trovano nel mezzo di qualche massa
chiara, _non vogliono esser tagliate da alcuno oscu-
ro, ne si decise come quelle, che cadono sopra le
giunture; che in generale si deve osservare in esse
la riflessione della luce come in un grappolo di uva,
in cui i grani esposti alla maggior luce la rifletto-
no in maniera, che fanno sparire quas-i gli oscuri.
Chi vuol vedere tutte le suddette regole , e razio-
cinj nella piu perfetta esecuzione, non ha che ad
esaminare attentamente il Quadro della Scuola di
Atene , in cui Raffaello le ha poste in pratica con
sovrana intelligenza.
Fin allora quel grand" Uomo non siera propostg
altrolche seguir Michelangelo, e vi veniva stimola-
to dal credito straordinario, e dagli encomj esagera-
ti, che tutti davano a quel Professore: cio trattenne
Raffaello dal farsi un altro stile migliore, e gli fece
perdere un tempo prezioso . Ma siccome egli avea
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