Volltext: Opere Di Antonio Raffaello Mengs (Tomo Primo)

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ed in qualunque altra cosa fatigano l'attenzione, e 
stancano in vece di dilettare, e per conseguenza non 
possono somministrare alcuna idea di Bellezza, pio- 
viene dal meccanismo de, nostrieocchi . Eccone una 
brevissima 
idea . 
Tre 
errori 
siamo 
noi 
emendlare 
costretti ad 
in 
cia- 
scun atto di vedere una COSR- U Primo a , che 
niente vediamo ne dove sta,_ ne fuori di noi altri, 
Il secondo e , che tutti gli oggetti ci si presentano 
rovesciati, cioe a dritta quel chie a manca, e sot- 
to quel che e sopra. Il terzo e, che noi vediamo 
gli oggetti doppj. Cio non ostante l'anima giudica 
vedere le cose dove stanno , dritte, e semplici. Il 
senso del tatto e quello , che le insegna queste ve- 
ritix ; ed e certo, che tutti impariamo a vedere , 
come a leggere, c a scrivere . La grandezza degli 
oggetti si giudica ancora per la riflessione, che vien 
prodotta dallo stesso senso del tratto; e_ siccome ogni 
idea di grandezza non E: che relativa secondo Fan- 
golo, che forma nell' occhio la cosa, ci ha insegna- 
to il tatto, che ella e maggiore , o minore di un" 
altra; e rettiticandosi sempre piu ci insegna anco- 
ra a distinguere le grandezze secondo le distanze. 
Ciascun occhio  a- come uno specchio , e le imma- 
gini delle cose si rappresentano nella retina nel- 
lo stesso modo che nel cristallo , cioe entro di es- 
so , e non dove stanno gli oggetti. Il tatto din- 
segna, che veramente stan fuori; ed a forza di ri- 
fare
	        
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